Il tarlo è un insetto che si nutre di sostanze contenute nel legno e molte persone sono ‘tormentate’ dal pensiero che il tarlo possa erodere i loro mobili. E’ bene perciò sapere quando l’attacco del tarlo sia realmente pericoloso per il mobile e di conseguenza, come agire. C’è da dire anche che spesso le battaglie contro i tarli, anche se apparentemente vittoriose, non sono mai totali e definitive, per cui è molto probabile che sia necessario nel tempo un ulteriore trattamento.
Il tarlo si nutre mangiando le fibre legnose sia dei mobili che dei tronchi o del tavolame grezzo. Di solito, però, preferisce un legno né troppo vecchio né troppo giovane, ma asciutto quanto basta per consentirgli uno scavo agevole, e non tutte le essenze vengono infestate, alcune come il pino marittimo ne sono esenti.
A sviluppo completo può essere lungo tra i 2 ed i 9 mm, a seconda della specie.
Scava lunghe e tortuose gallerie nel legno arrivando vicinissimo alla superficie tanto che risulta possibile in alcuni casi poter notare leggeri sollevamenti della vernice. In questo caso bisognerà fare attenzione all’uso di pagliette, carte vetrate, ecc. in quanto basterebbe veramente poco per sfondare la pellicola ed arrivare alla galleria rovinando l’aspetto del mobile, specialmente se di valore.
Il tarlo produce una polverina che spesso si trova per terra, sotto il mobile attaccato.
Quando l’insetto raggiunge la maturità sessuale scava un foro di uscita da cui esce anche la polverina.
Vi sono diverse specie di tarli che si differenziano per dimensioni e ritmi biologici differenti. Le uova poi si aprono e le larve cominciano a scavare delle gallerie all’interno del mobile. Si ritiene che il tarlo viva nel mobile come larva per un periodo variabile da uno a tre anni e che verso la primavera e l’autunno esca sotto forma di farfalla, si accoppi e poi deponga le uova iniziando un nuovo ciclo. La femmina adulta può depositare fino ad 80 uova.
La presenza di questo insetto si può evincere da piccoli cumuli di polvere sul mobile o vicino ad esso, dal rumore della sua attività. Inoltre la presenza di fori dalla circonferenza chiara è segno della presenza di un tarlo in recente o attuale attività.
Se i fori dei tarli hanno i bordi netti vuol dire che gli insetti sono usciti da poco e che probabilmente altri tarli stanno ancora agendo all’interno. Se i fori presentano, invece, i bordi sfrangiati e se sono parzialmente chiusi da polvere o cera e si presentano più scuri ciò significa che i tarli hanno abbandonato da tempo il legno e si può passare direttamente all’opera di ripristino della superficie.
Interventi facili
Se notate che il mobile presenta fori scuri che testimoniano una passata attività del tarlo potete chiuderli con dello stucco a cera solido di un colore che sia il più simile possibile al mobile. Qualora lo stucco si infossi leggermente aggiungetene dell’altro in modo da livellare la superficie.
Se trovate la polverina cercate di individuare il foro da cui il tarlo la emette. Vi procurate allora una siringa ed iniettate nel foro un prodotto antitarlo.
E’ necessario che l’ago penetri il più possibile nel foro in modo da poter riempire maggiormente la galleria. Quando il liquido esce fuori asciugate ed aspettate qualche istante, poi ricominciate nuovamente. Infine potete chiudere il foro con lo stucco a cera. Tenete presente che i fori dei tarli si chiudono con lo stucco a cera solo se il loro numero non è molto alto, nei mobili con finitura a cera e quando, dopo aver effettuato la lucidatura, si scopre qualche buchetto sfuggito nelle lavorazioni precedenti.
Il trattamento antitarlo
I casi in cui necessita un vero trattamento antitarlo non sono poi molti, ma quando ci vuole è bene che sia fatto da una persona esperta.
I casi in cui si ritiene necessario un intervento antitarlo possono essere così elencati:
* Attacchi anche limitati, ma su oggetti di estremo valore artistico e/o economico ed affettivo.
* Quando si deve posizionare un mobile tarlato in un ambiente con arredamento antico fondamentalmente indenne. L’intervento qui è necessario in quanto esiste in concreto il pericolo che il tarlo possa diffondersi anche negli altri mobili.
* Quando l’attacco del tarlo è così massiccio da causare continue perdite di polvere con conseguenti danneggiamenti a parti strutturali.
* Quando l’attacco del tarlo, anche se non molto massiccio, investe parti deboli o portanti del mobile, come per esempio i piedi o le gambe delle sedie, ecc.
Come si esegue il trattamento
Nel momento in cui si attua il trattamento potranno essere presenti nel mobile sia larve in attività che uova contro cui il veleno ha scarso effetto e per questo motivo il trattamento va ripetuto due volte l’anno per colpire il maggior numero di larve attive.
Le stagioni preferibili per il trattamento sono la primavera e l’autunno perché è in questi periodi che le farfalle escono dal mobile e si trovano in prossimità dell’uscita. L’anno successivo il mobile va controllato per verificare se ci siano segni di attività.
Le modalità operative sono le seguenti:
– Il mobile viene abbondantemente spennellato di veleno su tutte le superfici non verniciate dove la sostanza viene assorbita agevolmente dal legno e quindi sarà il caso di operare su entrambi i lati delle varie assi di cui è costituito il mobile.
– Il mobile, o le sue parti se è possibile smontarlo, vengono richiuse in contenitori a perfetta tenuta in cui si pongono delle bacinelle con il prodotto antitarlo che, evaporando, saturerà l’ambiente di gas velenosi. Il mobile va tenuto in questa situazione per diversi giorni, almeno una decina, dopodiché va tolto e lasciato arieggiare per bene. Quando l’odore sarà scomparso si potrà valutare l’efficacia del trattamento e decidere di conseguenza.
Trattamenti particolari
Alcune Ditte, anzi poche, sono in grado di trattare in apposite camere a gas o a depressione i mobili infestati dai tarli. Il trattamento è ovviamente costoso e viene consigliato per opere d’arte o pezzi di notevole valore storico e culturale.